Leucotea

Leucotea


Leucotea, la dea bianca, la dea che scorre sulla schiuma del mare, la dea del cielo coperto di nebbia. Divinità marina, per Strabone era Inizia, per altri la Astarte riconducibile alla più venerata Iside. Di Leucotea si ha la citazione più celebre nell'Odissea, quando Omero scrive che emerge dal mare e dona un velo a Ulisse, quasi naufrago e in balia dei venti. Leucotea rappresenta un’eccezione tra le divinità classiche che godono tutte di un’ascendenza immortale; al contrario, a Leucotea sono attribuite origini umane. Tra le diverse versioni della sua storia, la più diffusa porta a Ino. Diodoro Siculo, che non cita Ino, racconta della ninfa di nome Alia che si gettò nel mare per la vergogna della violenza subita dai suoi stessi figli. Anche Alia prese in seguito il nome di Leucotea.

Leucotea, the white goddess, the goddess who flows over the sea foam, the goddess of the fog-covered sky. Marine deity, for Strabo it was Begin, for others the Astarte attributable to the most revered Isis. Leucotea has the most famous quote in the Odyssey, when Homer writes that he emerges from the sea and gives a veil to Ulysses, almost shipwrecked and at the mercy of the winds. Leucotea represents an exception among the classic divinities who all enjoy immortal ancestry. On the contrary, human origins are attributed to Leucotea. Among the different versions of its history, the most widespread leads to Ino. Diodorus Siculus, who does not quote Ino, tells of the nymph named Alia who threw himself into the sea for the shame of the violence suffered by his own children. Also Alia later took the name of Leucotea.

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